Arianna Testi, Lunedì 8 Settembre 2014Creare applicazioni ormai è diventato un vero gioco da ragazzi! Tra app builder e manuali on line per il self development, oggi sono sempre di più coloro che scelgono di lanciarsi in questa nuova avventura, con la speranza che il loro progetto non solo acquisti popolarità ma che porti anche un qualche tipo di guadagno. Se Google impone quasi zero barriere all'entrata alla pubblicazione su Play Store, eseguendo invece una review delle app a posteriori, Apple continua con la sua filosofia di maxi controllo e tolleranza zero. Tutto questo dovrebbe portare il vantaggio, per l'utente finale, di non incappare in applicazioni piene di bug o con contenuti di scarsa qualità. Ma è veramente così? Il mio lavoro mi porta a relazionarmi con diversi tipi di applicazioni, per design, tipi di contenuto e user experience. E dopo un numero considerevole di applicazioni inviate ad Apple, devo essere sincera nel dire che non ho ancora ben capito la logica dietro alle loro review. Dopo tutto... Chi non ha mai trovato un'app inutilizzabile o orrenda su Apple alzi la mano! Sono molte, invece, le app rifiutate per la nomina di una piattaforma esterna nel titolo di un video, o all'interno di un articolo, ecc.. Oppure perché i contenuti vengono ritenuti troppo di nicchia. Non è forse un po' esagerato?